L'AMBIENTE

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view post Posted on 22/5/2008, 13:11




L’AMBIENTE



Caratteristiche

Parlare di questo argomento é oltremodo difficile a causa degli stereotipi che ognuno di noi adotta allorché valuta il comportamento di un altro guidatore: i cosidetti “I camionisti belgi”, “quelli delle UNO turbo”, “le signore che portano a scuola i bambini”, ecc.
É vero, sulle strade si incontrano persone molto diverse tra di loro; ma invece di affibbiare etichette, forse é meglio pensare a come agire, visto che anche noi, per gli altri, apparteniamo sicuramente a qualche tipica categoria di automobilisti.

Proviamo a pensare ad un bravo meccanico.
Quando gli affidiamo il nostro mezzo, lui non pensa neppure lontanamente ad etichettarlo come “guasto”, infatti ciò non gli servirebbe ad emettere alcuna fattura; sa che deve scoprire perché è guasto.
Osservare ed ascoltare sono gli strumenti della sua professionalità.
Avrà inoltre il pregio della pazienza, perché non sempre individuar una disfunzione od un guasto é cosi’ semplice.
Alla fine capirà quale dovrà essere l’intervento più opportuno riparare il guasto, interverrà sul guasto stesso e verificherà l’esattezza della sua diagnosi.

Il metodo corretto per attuare una guida difensiva, in relazio all’ambiente circostante, é proprio questo : osservare ed ascoltare con curiosità ed interesse.
É il sistema migliore per utilizzare il ricordo di situazioni simili che ritornano alla memoria in tempo utile per evitare spiacevoli rischi.

“Observation learnig” è il nome che viene dato a questa tecnica dagli anglosassoni; significa letteralmente “imparare osservando”.
Chi non pone un’attenzione continua perde la possibilità di arricchire la propria esperienza perché non é in grado di percepire una serie di situazioni che tendono a svanire velocemente, cosicché allorquando si ripresentano, a livelli di emergenza, non é in grado di selezionare la manovra corretta.
L’ambiente é costituito da un numero impressiona diverse che, spesso, agiscono simultaneamente creando non poche difficoltà.

Dovremo considerare:
- come é organizzato l’ambiente che ci circonda
- quali sono le “regole del gioco”
- che tipi di rapporti, sentimenti comuni od eventualmente tensioni, si instaurano tra gli utenti
- il tipo di percorso
- la strada
- le condizioni climatiche
- ecc.

Com’è organizzato l’ambiente che ci circonda

Quando si parla di guida difensiva ci si sente spesso rispondere: ”So bene qualé il comportamento difensivo corretto nella guida, conosco le leggi della fisica, gli spazi di arresto, gli effetti della forza centrifuga, la forza d’urto di una massa in movimento; il problema però é un altro: qui da noi, questi principi sono inapplicabili perché chi é sulla strada è come se si trovasse in una giungla d’asfalto”.
Seguendo il ragionamento di queste persone, proviamo ad affrontare, con gli stessi toni pessimistici, la questione dell’ambiente.
La prima spiacevole sensazione che può essere avvertita, in particolari circostanze, é relativa al senso d’impotenza, alla convinzione di non riuscire ad influenzare gli avvenimenti in generale o in particolare, solo l’automobilista che ci segue o ci precede.
I ruoli non sembrano ben definiti, dobbiamo sopportare continue situazioni di ambiguità poiché spesso, gli utenti della strada, non rispettano gli spazi di competenza loro assegnati.
Pedoni in mezzo alla strada, macchine parcheggiate in curva o sui marciapiedi, automobili che circolano sulle corsie preferenziali destinate ai mezzi pubblici, semafori che non funzionano, segnaletica orizzontale e verticale non sempre puntuale e corretta ... e ci fermiamo qui!

Se sulle strade urbane ed extraurbane il caos ha spesso la meglio sull’organizzazione, in autostrada le “disfunzioni” sono minori ma esasperate dalla velocità.
Autotreni in sorpasso in curva a 30 Km/h, piccole cilindrate che “passeggiano” in corsia di sorpasso, corsie di emergenza che vengono utilizzate in altro modo, corsie di decelerazione per l’uscita dall’autostrada desolatamente vuote.
Abbiamo esplorato le difficoltà a “bocce ferme” (utenti della strada sistemati fuori posto, ma fermi), analizziamo ora il sistema in movimento.
I segnalatori di direzione sono diventati un optional, la distanza di sicurezza é vissuta tuttalpiù come un consiglio, le operazioni di sorpasso sono degli “sgarri” e nessuno ovviamente pensa neppure lontanamente di favorirle.
Le corsie di incanalamento nelle diverse direzioni servono solamente a tagliare le code e rientrare repentinamente sotto il semaforo o al centro dell’incrocio.
Non é facile capire da che parte ci sia il senso unico e da che parte il senso vietato visto che le interpretazioni sembrano contrastanti; infine, la cortesia richiesta all’automobilista, persino dal nostro codice della strada, é stata soppiantata dall’ arroganza, dalla sopraffazione, alla villania.

Sarebbe già difficile guidare se tutti osservassero le norme del codice tradale, diventa ancora più complesso in presenza di comportamenti “informali”.
L’unica risposta possibile resta la ricerca di un metodo che, considerando, senza nasconderla, la realtà nella quale siamo immersi, fornisca risposte adeguate al fine di minimizzare i rischi.
La guida difensiva richiede un continuo esercizio volto alla previsione delle decisioni e delle conseguenti manovre degli altri allo scopo di prevenirle, senza esasperare la situazione creando nuovi pericoli.
Non é facile, ma bisogna farlo ora poiché tutti noi siamo in grado di prevedere per il prossimo futuro un ulteriore degrado del “sistema traffico”.

Il tipo di percorso.

Percorsi conosciuti e sconosciuti, di montagna, di campagna, misti, strade urbane, extraurbane, nazionali, autostrade.
Ogni percorso presenta difficoltà di tipo diverso e richiede quindi una guida diversa: é un’affermazione tanto ovvia che si poteva evitare.
A pensarci bene non é poi cosi’ ovvio; l’assuefazione, oppure l’abitudine a certi percorsi, ad esempio, possono contribuire a minimizzare i pericoli.
Anche la fretta, unita all’abitudine al percorso, può giocare brutti scherzi.
Particolare attenzione e prudenza viene richiesta su percorsi non consueti quali possono essere ad esempio le strade di montagna per un guidatore abituato a guidare sempre in città.
Anche l’autostrada costituisce un pericolo, in special modo per i neofiti del volante, a causa dei ristretti margini di tempo richiesti per le manovre dall’alta velocità.

La strada

Chi per lavoro é costretto a “mangiare” tanti chilometri, sa quanto é importante il manto stradale.
Sulle nostre strade si trova un po’ di tutto, dai manti studiati appositamente per assorbire l’acqua piovana e ridurre il rischioso fenomeno dell’acquaplannig agli asfalti superlisci in montagna e su strade che possono presentare il fenomeno del ghiaccio.
Non mancano le buche, i rattoppi che resistono lo spazio di una giornata, le cunette o gli avvallamenti in prossimità di tagli ortogonali della strada, effettuati per fare passare linee
telefoniche, acqua, gas e chissà che cos’altro.
Naturalmente siamo diventati esperti perché se ci accorgiamo che il manto stradale é stato rifatto recentemente, allora stiamo attenti perché a qualcuno, subito dopo, sarà venuta la brillante idea di interrompere con uno scavo, tanta fatica.
In ogni caso, é estremamente importante valutare attentamente ed in continuazione le caratteristiche della strada per cercare di capire di quale aderenza disponiamo e conseguentemente quale potrà essere la velocità capace di garantire tempi e spazi di frenata opportuni.
É buona norma ogni tanto “assaggiare” il terreno con una frenata, naturalmente in condizioni di sicurezza, piena visibilità anteriore, posteriore e laterale.
Infine si dovranno rispettare i limiti che ogni tanto troviamo sulle strade e che ci paiono esagerati; spesso, invece di segnalare rischi connessi a curve pericolose (che tali non sono) o altro, ci informano che potremmo incontrare problemi di diminuzione di aderenza.

Le condizioni climatiche

Caldo, freddo, pioggia, neve, gelo, nebbia, smog, vento, sono gli elementi che possono disturbare la guida del mezzo.
Il caldo ed il freddo eccessivo proiettano le loro conseguenze direttamente sul guidatore, rallentando i suoi riflessi e provocando sensazioni di stanchezza, fastidio, sonno, ecc.
Tali sintomi non si combattono con strani esercizi durante la guida ma fermandosi sollecitamente per riposare e riacquistare la concentrazione necessaria alla guida.
Pioggia, neve, gelo e nebbia creano problemi di aderenza e di visibilità.
Poiché in caso di pioggia, neve e gelo gli spazi di frenata si allungano rispettivamente di un quarto, del doppio e di otto volte, la migliore precauzione consiste, se proprio si é costretti a viaggiare, nel ridurre la velocità.
Frenare su una strada gelata equivale a farsi prendere dal panico con conseguenze facilmente immaginabili.
Molto meglio ridurre progressivamente la velocità scalando le marce e preoccupandosi di mantenere in strada il veicolo.
A proposito di pioggia, sicuramente la più fastidiosa é quella battente mentre la più insidiosa é quella iniziale, le prime gocce, specialmente se é da un po’ di tempo che non piove.
In quel caso si forma una poltiglia composta da detriti di pneumatici, polvere, foglie e acqua che danno la sensazione di viaggiare sul sapone.
Alcuni, appunto, questa patina la chiamano “saponina”.
La nebbia é un pessimo compagno di viaggio, avvolge subdolamente tutto quanto ci circonda, incute timore ma nello stesso tempo elimina dalla nostra visuale ogni ostacolo.
Molti diventano sempre più prudenti via via che la nebbia si fa più fitta, qualcuno “vede” la possibilità di uscire dalla routine e di provare i propri riflessi.
Altri pensano di seguire il temerario che senza esitazioni apre la strada ..........ad un tamponamento.
Tenere conto di queste persone, in simili circostanze, é oltremodo difficile, occorre affidarsi ad un impianto di illuminazione e segnalazione in perfetta efficienza.

Se vi sono segnalazioni orizzontali, tipo gli “occhi di gatto” o le frecce a terra, é assolutamente necessario adattare la propria velocità in relazione alla profondità di visuale libera.
Oggi, nei punti più pericolosi, dove in genere la nebbia é più fitta, si stanno studiando illuminazioni particolari (vedi il tratto Rovigo – Padova sull’autostrada Padova - Bologna) o si segnala la corsia di emergenza con la striscia gialla “rumorosa”.
Le nuove barriere in cemento, denominate New Jersey, assicurano dal rischio di salto di corsia che in caso di nebbia costituiva un pericolo gravissimo.
Anche il vento non scherza, sui viadotti o alle uscite dalle gallerie, specialmente se in curva. Non é raro il caso del guidatore disattento che si scopre in possesso di qualità aviatorie e “rema” disperatamente nel vano tentativo di raddrizzare una mezzo che non vuol saperne di atterrare.
Quando si trovano le manichette a vento ed i segnali che impediscono ai mezzi furgonati, telonati o trainanti roulottes di percorrere la strada o l’autostrada, non significa che il vento interessa solo loro, al contrario, loro sono al sicuro perché dovrebbero essere fermi, noi invece siamo in pericolo perché in movimento.
Altrettanto pericoloso é il ritorno allo scoperto dopo il superamento di un mezzo pesante molto lungo.
 
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